La fibra di carbonio potrebbe essere bandita dalla UE a causa delle difficoltà di riciclo, ma ci sarebbe una scappatoia per l’industria.
Negli ultimi anni, la fibra di carbonio ha conquistato il settore automobilistico grazie alle sue straordinarie caratteristiche: è infatti più leggera dell’alluminio e più resistente dell’acciaio. Queste proprietà l’hanno resa ideale per vetture sportive e ad alte prestazioni, entrando anche nelle auto di fascia media e in quelle elettriche per contenere il peso e ottimizzare le performance. Dai telai fino alle carrozzerie e ai dettagli interni, il suo uso si è diffuso rapidamente, consolidando il successo di questo materiale hi-tech.

Fibra di carbonio: il materiale amato dalle case automobilistiche
Nonostante i vantaggi, però, l’Europa potrebbe presto cambiare le carte in tavola. La fibra di carbonio sta infatti attirando l’attenzione negativa del Parlamento Europeo, che ha recentemente proposto un possibile divieto. La ragione sarebbe legata alle problematiche ambientali e sanitarie relative al riciclo di questo materiale innovativo.
Mercato in espansione e sfide ambientali
L’utilizzo della fibra di carbonio nell’automotive cresce di anno in anno. Nel 2024, il mercato globale valeva circa 5,48 miliardi di dollari, e con una crescita annuale media stimata all’11%, potrebbe raggiungere oltre 17 miliardi entro il 2035. Attualmente, circa il 10-20% della produzione globale è destinato alle automobili. Un segmento di mercato in forte espansione, trainato soprattutto dalle necessità dell’industria delle auto elettriche, sempre alla ricerca di materiali leggeri.
Ma proprio la diffusione della fibra di carbonio comporta sfide sempre più evidenti. Il Parlamento Europeo ha infatti sottolineato che durante il riciclo, i filamenti della fibra possono spezzarsi in minuscole particelle, potenzialmente pericolose per la salute umana e l’ambiente. Questo problema ha portato all’ipotesi di introdurre un divieto completo dell’uso automobilistico della fibra di carbonio a partire dal 2029.
Tuttavia, le aziende produttrici e le case automobilistiche potrebbero non doversi preoccupare troppo: l’Unione Europea, infatti, già consente l’utilizzo di altri materiali pericolosi come piombo e mercurio, poiché non esistono al momento valide alternative. È quindi possibile che anche per la fibra di carbonio venga prevista una simile eccezione, qualora non emergano materiali alternativi capaci di offrire le stesse prestazioni. La decisione finale potrebbe quindi lasciare aperta una scappatoia, salvando così l’industria automobilistica da una rivoluzione forzata.